Dlgs 231/01
Le procedure di compliance rivestono una funzione garantista e dimostrativa del rispetto di regole normative e di prassi da parte dell’azienda. Questo in piena ottica di responsabilizzazione delle imprese, alle quali è ora richiesto un comportamento proattivo volto a fronteggiare le minacce relative all’attività svolta.
La compliance aziendale riguarda anche la garanzia posta dall’organizzazione a che vengano adottate le procedure interne e stesi determinati protocolli da parte dell’ente, ossia le attività di cui al d.lgs. 231/2001 recante la disciplina la responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato.
Molte sono ormai le sentenze che, ai sensi della norma in oggetto, configurano la tesi di responsabilità tertium genus, simile a quella penale, ascrivibile agli enti nel compimento di determinate condotte illecite e/o reati.
Nonostante l’applicazione sia ancora facoltativa, il d.lgs. n. 231/2001 rivela il suo carattere fondamentale per la prevenzione di molteplici reati, integrati nel corso del tempo da una puntuale modifica ed integrazione della normativa: in via esemplificativa, omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, delitti informatici e trattamento illecito di dati, reati ambientali, tributari, ricettazione, riciclaggio e così via.
In ottica di prevenzione, auspicabile è l’adozione di un modello organizzativo finalizzato alla valutazione dell’esposizione dell’azienda alla commissione di reati e alle modalità per impedirli, prevedendo altresì un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto del modello medesimo. La commissione dei reati nell’ambito di una realtà aziendale può esporre l’ente a sanzioni ingenti – pecuniarie, interdittive e, nei casi più gravi, confisca e pubblicazione della sentenza – motivo per cui è necessaria la messa in atto di determinati accorgimenti di tipo organizzativo, procedurale e tecnico.
È talvolta richiesto dai bandi di gara come requisito di partecipazione, quale indice di trasparenza e di garanzia di un’attività strutturata sulla prevenzione di eventi penalmente rilevanti.
È evidente come, dopo quasi un ventennio, il d.lgs. 231/2001, ad esempio, ha saputo anticipare quello che oggi, in materia di tecnologia informatica e privacy, il Regolamento UE 2016/679 – GDPR ha codificato come il principio dell’accountability, richiedendo ai soggetti che ricoprono una posizione apicale all’interno di un contesto aziendale un onere di rendicontazione (e conseguente organizzazione) della propria attività.
Proconsul Group si avvale di professionisti competenti in grado di assistere il cliente nei passaggi fondamentali per garantire una piena compliance normativa, ossia:
- svolgimento di interviste ai manager e all’organizzazione produttiva aziendale;
- formazione dello staff, finalizzata alla comprensione dei principi fondamentali del decreto legislativo, tramite l’analisi di casi concreti;
- stesura del modello organizzativo, verificandone la corretta applicazione, nonché il doveroso e continuo aggiornamento dello stesso.