EMERGENZA COVID-19: LA FASE DUE E LE NUOVE APP A PROVA DI DISTANZIAMENTO SOCIALE
Nel pieno della Fase 2 tra le numerose perplessità permane una certezza: è ancora necessario mantenere le cautele richieste da norme e regole di buon senso. Il lockdown ci ha costretti ad uno stile di vita che si scontra, talvolta, con la velocità del nostro tempo, racchiudendoci in un mondo fatto di attesa, code, prenotazioni.
L’agognato ritorno alla normalità implica che anche le abitudini più ricorrenti del nostro vivere quotidiano necessitano di essere riviste, per quanto possibile.
La fila ai supermercati, l’obbligo di usare mascherine e guanti, il distanziamento sui mezzi pubblici, sono tutti accorgimenti essenziali per fronteggiare il pericolo ancora imminente del virus, senza rinunciare ad esigenze, talvolta di sopravvivenza.
Da qui una serie di idee e progetti che, ancora una volta, si avvalgono dell’aiuto della sempre più indispensabile tecnologia, in grado di dare soluzioni a problemi sino a ieri del tutto inesistenti.
Ad esempio Apple sta provvedendo ad aggiornare il sistema operativo IOS 13.5, disponibile entro la fine di maggio, affinché i features del riconoscimento facciale rendano lo sblocco del telefono più immediato nel caso in cui l’utente indossi la mascherina: gli aggiornamenti saranno volti ad un immediato passaggio al codice di accesso evitando il preventivo passaggio obbligatorio con il Face ID. Il nuovo IOS conterrà altresì ulteriori misure per l’introduzione del sistema di tracciamento dei contatti valido per la app di contact tracing.
È inglese, invece, l’idea di Crowdless (letteralmente, “senza folla”), un’applicazione finalizzata al rispetto del distanziamento sociale per rallentare la diffusione del Coronavirus: in tal modo, le persone che devono recarsi al supermercato o in farmacia possono controllare, prima di muoversi, il livello di affollamento dei negozi. La app utilizza dati esistenti resi anonimi, come i dati di Google Maps e Google Places, che tracciano i movimenti dei dispositivi mobili, combinando questa informazione con i dati relativi all’affollamento, chiedendo all’utente di confermare se il luogo è effettivamente affollato oppure no.
Al precipuo fine di ridurre il rischio di contagio, sono stati altresì previsti dei dispositivi wireless, installabili a muro, che inviano ad una centralina i dati sul numero di ingressi e di uscite in tempo reale, registrando sul display il numero di persone presenti all’interno di una struttura: in tal modo gli ingressi vengono monitorati, impedendone ulteriori qualora si oltrepassi una soglia di presenze massime ammissibili.
Mirante garantire il rispetto delle medesime regole nei contesti lavorativi, e in particolar modo aziendali, è l’italiana Mind the Gap una app di Production Health Distancing che, in piena applicazione degli attuali Protocolli, svolge la funzione di allertare e di avvisare i lavoratori in caso di mancato rispetto della distanza dai colleghi, consulenti e fornitori. Questo, attraverso un tracciamento automatico degli utenti nel rispetto della normativa privacy: nel caso in cui un dipendente, fornitore o consulente risulti positivo, viene proposta una ricostruzione dei suoi contatti.
Maggiore curiosità suscita TAKE 5, applicazione che ha lo scopo di garantire il distanziamento sociale durante l’accesso ai distributori automatici. Con essa viene offerta la possibilità di prenotare velocemente la propria pausa al distributore, sulla base di un sistema di prenotazione e gestione dei turni, verificando tramite il proprio smartphone il numero di persone presenti nelle vicinanze della macchina. In caso di numero elevato di individui nei pressi di una medesima vending machine, il sistema di prenotazione e gestione dei turni si disabilita in automatico, onde evitare assembramenti. Non solo. Tra le altre caratteristiche ritroviamo:
– configurazione dello slot temporale tramite la management platform, in base alle necessità;
– configurazione del numero di posti disponibili per sede;
– analisi delle fasce orarie e distribuzione del flusso di utenti;
– premiazione degli utenti che rispettano gli slots prenotati;
– visibilità da parte dell’utente di slots liberi e prenotabili;
– ricezione da parte dell’utente di promemoria per la prenotazione cinque minuti prima dell’orario prenotato, attraverso notifiche push;
– attività di notifica ai propri utenti di messaggi relativi alle buone norme di convivenza e di igiene, anche incoraggiandoli a recarsi presso i distributori negli orari meno frequentati.
Un vero e proprio sistema ordinato di prenotazione e di gestione del flusso di dipendenti. La stessa compagnia che ha lanciato TAKE 5, MatiPay, la Fintech Company finanziata da Neva Finventures, società di Intesa Sanpaolo, ha altresì proposto di sfruttare la capillarità dei distributori automatici nel nostro Paese (oltre 822 mila) per vendere mascherine, gel disinfettante e altri dispositivi di produzione individuale. Questo permette alle aziende di adeguarsi alle disposizioni INAIL, al fine di garantire, al contempo, la sicurezza e i servizi di ristoro.
Ancora una volta si è dimostrato come la tecnologia possa fungere da valido ausilio all’emergenza pandemica. Un modo rapido e smart di riorganizzare la vita di tutti, senza impedirci, in una determinata misura, di vivere il nostro quotidiano.
Tuttavia, non poche sono le perplessità che il proliferare di iniziative ed app hanno suscitato, a cominciare dal grado di effettività di una app creata “da zero”: in mancanza di una pubblicità mirata e massiva della medesima, vale la pena progettare una nuova app di cui si pretende una diffusione capillare in breve tempo? D’altronde perché l’app consegua il suo scopo deve essere scaricata da una rilevante percentuale di soggetti che operano in un medesimo contesto. Sul punto l’amministratore delegato di Telepass aveva proposto, con riferimento alle app di tracciamento, l’utilizzo di applicazioni già diffuse e con un rilevante bacino di utenza per tracciare il virus. La Cina, ad esempio, ha aggiornato la app di WeChat (simile a WhatsApp) che presenta oltre un miliardo di utenti attivi ogni mese. Detta app di messaggistica, oltre che strumento di pagamento, ha recentemente inserito il tracciamento anticoronavirus.
Sorgono spontanee alcune domande: è necessario creare una pluralità di app per finalità tra loro simili, ma altrettanto diverse? I cittadini sono davvero propensi ad adattarsi a tutto questo? Certo, il ruolo della tecnologia, oggi più che mai, si è rivelato basilare, soprattutto anche per un’esigenza di rispetto di norme e regole a cui taluni si sono mostrati refrattari. Tuttavia la tecnologia dovrebbe costituire un mezzo per rispettare dette regole e non, al contrario, la soluzione.
avv. Valeria Quadranti
FONTI
https://edition.cnn.com/2020/05/01/tech/apple-face-id-mask-trnd/index.html