LA FORMAZIONE DIVENTA A PORTATA DI SMS: STOPCOVID E L’EDUCAZIONE AL COVID-19 DEI LAVORATORI IN PRIMA LINEA
Se l’emergenza pandemica ha costretto molte realtà lavorative a fare i conti con le improvvise chiusure dei propri uffici nonché a subire un calo – se non addirittura un blocco – della relativa produzione, un ulteriore problema si è posto nei confronti dei cosiddetti lavoratori in prima linea che, in ragione della loro attività, non possono usufruire dello smart working come alternativa. Parliamo di commessi, drivers per l’asporto, trasportatori, che prestano servizi per la loro essenzialità o per evitare il rischio di una rovinosa perdita. Soggetti che, in ragione di un’inevitabile esposizione al contagio, richiedono una maggiore protezione.
Ad una necessaria tutela corrisponde anche un dovere di formazione/sensibilizzazione degli stessi, lontano da uno scopo di mero aggiornamento, ma giustificato dal buon senso di ciascuno di proteggere e proteggersi.
Proviene da oltre oceano l’iniziativa di StopCOVID.co, un’organizzazione di volontari che si occupa di formare e proteggere i cosiddetti frontline workers. Si tratti di una vera e propria formazione gratuita, volta ad un aggiornamento attraverso un’idonea e preventiva informazione relativa ai rischi della pandemia e alle modalità da adottare per fronteggiarla.
L’iniziativa, che partiva dalla formazione dei lavoratori in prima linea nel campo del food delivery, si è capillarmente estesa ad una pluralità di business. Le società interessate possono iscriversi e distribuire dei codici di attivazione ai lavoratori a cui viene richiesto di rispondere a domande relative a svariati argomenti che riguardano, in via esemplificativa: le basi del COVID-19, come prevenire il diffondersi del virus, come e quando lavarsi le mani, come disinfettarsi le mani, come disinfettare le superfici, quando indossare i dispositivi di protezione individuale e così via.
Nello specifico StopCOVID.co agisce tramite drills composti da tre parti ciascuno: la prima parte consiste in un’autovalutazione che dà al lavoratore la possibilità di riflettere sulle sue attuali conoscenze della materia relativa al drill specifico; una seconda parte contiene una serie di domande e risposte basate sulle sue conoscenze, con tanto di spiegazione approfondita di ogni domanda; la terza parte, infine, contiene la conferma che il test è stato completato e il relativo risultato è stato registrato per essere visualizzato dal titolare. Vengono infatti coinvolti anche i datori di lavoro, tramite un costante aggiornamento circa l’impegno e la performance dei propri dipendenti.
Ma come funziona esattamente la formazione offerta da StopCOVID.co? Ad esempio, all’affermazione “Il Covid19 non può sopravvivere sulle superfici”, e una volta che il lavoratore dovrà rispondere “vero” o “falso”. In seguito gli viene fornito un sms recante la relativa spiegazione, nel caso specifico “Le recenti ricerche mostrano che il Covid19 può sopravvivere sulle maniglie delle porte, piani di lavoro plastificati o in laminato o altre superfici”.
Il servizio proposto da StopCovid è finora disponibile in inglese, francese, spagnolo, cinese e portoghese ed è basato sulle più recenti linee guida previste dalla Organizzazione Mondiale della Sanità e i Centri per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie.
L’iniziativa d’oltreoceano di StopCovid.co permette di svolgere una serie di spunti di riflessione.
Anzitutto, la formazione è rivolta a quei soggetti che, dopo gli operatori sanitari, sono maggiormente esposti al contagio, al fine di garantire una prestazione del servizio “consapevole”.
In secondo luogo, viene offerto un servizio smart e rapido, alla portata di tutti e dal riscontro immediato, mirante alla risoluzione di dubbi inerenti al virus mediante un’informazione sicura ed attendibile.
Ne deriva, da ultimo, che lo scopo di StopCovid.co non è meramente formativo, ma è piuttosto volto ad una vera e propria educazione del lavoratore alla pandemia, ai suoi effetti ed alle modalità di fronteggiarla e, soprattutto, di evitarla.
La disamina di questa iniziativa non ci riguarda in prima battuta, facendo riferimento a realtà aziendali statunitensi: tuttavia, è bene sottolineare come l’idea sia nata dalla sintesi di due elementi principali, ossia l’immediatezza garantita dalle app di messaggistica istantanea unitamente all’esigenza di una formazione/informazione consapevoli, sia dei lavoratori che dei cittadini in generale. In tal modo non si raggiungerebbe lo scopo principale di garantire ai dipendenti (e agli utenti) un’adeguata e continua formazione, ma anche il secondario fine di filtrare le informazioni attendibili, da quelle che sempre più spesso rientrano nel novero delle fake news.
Quello che emerge chiaro dalla lettura delle caratteristiche dell’iniziativa di StopCovid.co è proprio l’istantaneità del servizio: il lavoratore riceve una formazione basata sulla lettura di un sms.
Questo potrebbe condurre ad una nuova frontiera della formazione? Nel pieno dell’emergenza pandemica parrebbe una soluzione efficace ed immediata, in un periodo che richiede inevitabilmente velocità nella risoluzione delle questioni.
Detta modalità, prendendo in considerazione le nostre abitudini formative, potrebbe paragonarsi alla formazione e-learning. Nel nostro Paese, anche grazie al contributo fornito dal GDPR, la formazione è divenuta un elemento essenziale ed imprescindibile all’interno della realtà aziendale. In particolare, un esempio di regolamentazione della formazione e-learning si ha con l’Accordo Stato Regioni del 2016 finalizzato alla individuazione della durata e dei contenuti minimi dei percorsi formativi per i responsabili e gli addetti dei servizi di prevenzione e protezione. Per quello che in questa sede interessa, l’Accordo prevede una serie di requisiti e specifiche per lo svolgimento della formazione in modalità e-learning. Tutte modalità che sono finalizzate non solo ad una formazione sicura, bensì ad una sicurezza nel recepimento della medesima.
Attualmente la maggior parte dei corsi online vengono realizzati attraverso la modalità SCORM – acronimo di Shareable Content Object Reference Model – ossia un insieme di standard e di protocolli che mirano a che un dato contenuto formativo sia catalogabile, tracciabile e riutilizzabile in diversi ambienti o piattaforme LMS per la formazione. In tal modo è possibile estrapolare informazioni di tracciamento, ottenendo dati quali il nome dell’utente che sta fruendo del corso o il suo identificativo di sistema. Questo attraverso una comunicazione tra il contenuto e-learning e l’ambiente che lo ospita. Vengono infatti definiti numerosi parametri quali il completamento della visione, il tempo di permanenza nelle varie sessioni di accesso, il numero di accessi e così via, di modo da permettere una rilevazione statistica dell’attività svolta dai discenti. Si tratta indubbiamente di un passo oltre la mera attività formativa online, spesso intesa come un mero ostacolo da aggirare.
Nella disamina sopra proposta si sono descritte due modalità di formazione al netto di quella “classica” che si svolge presso una sede fisica dell’azienda: da una parte, la formazione e-learning, popolare anche nel nostro Paese, compatibile altresì con le esigenze lavorative dei discenti, sempre garantendo una formazione valida e sicura; dall’altra quella proposta da StopCovid.co, nata dall’idea di fornire tips più immediate e smart in ragione dell’emergenza pandemica.
Questo tuttavia potrebbe condurci a valutare una nuova frontiera della formazione, basata su nozioni non solo istantanee, ma anche specifiche e mirate a soddisfare l’esigenza momentanea del lavoratore.
Un ulteriore esempio, quindi, di come ancora la tecnologia è entrata in soccorso in una situazione di emergenza, la cui utilità – si spera – non verrà sottovalutata anche nel prossimo futuro.
avv. Valeria Quadranti
FONTI
https://edition.cnn.com/2020/04/22/tech/stopcovid-worker-training/index.html